Ve lo ricordate Mr. Vampire? No? In effetti non penso che avesse avuto grande risonanza fuori dai confini nazionali, ma era un film taiwanese di vampiri del 1985, diretto da Ricky Lau e prodotto (secondo Wikipedia) da Sammo Hung, un classicone della commedia deppaura pieno di simpaticissimi vampiri che balzano saltano saltellano. Sì, saltellano, fanno hop! Hop! E quando si mettono in fila non sono nemmeno capaci di saltellare facendo la ola (evidentemente le coreografie complicate erano riservate alle sequenze di lotta). Saltellare non è esattamente una mossa pratica quando si tratta di inseguire e ammazzare la gente, ma evidentemente al pubblico questa trovata è piaciuta tantissimo, tanto che poi ne hanno girati quattro sequel e una serie TV dal quoziente di testosterone non necessariamente degno di queste pagine.
Comunque: Rigor Mortis (Hong Kong) è una sorta di reboot/sequel di Mr. Vampire molto affettuoso, diretto dall’attore Juno Mak (già visto nell’ottimo Dream Home) al suo debutto registico. Mak ha richiamato il cast di Mr. Vampire, ha redistribuito i ruoli del film e ne inventati altri, si è affidato alla produzione di Takashi Shimizu, alla sceneggiatura complessissima dei suoi collaboratori Lai-Yin Yeung e Philip Yung e ha confezionato un film sfavillante di effetti speciali. Almeno, questo è ciò che appare all’inizio: CGI a mille, inquadrature vertiginose, palette brumosa e fredda. Niente di insolito, insomma. E invece no!, appena la storia si dipana il tasso di drammaticità si fa molto più denso del previsto: Mak alterna momenti da commedia a flashback sinceramente strazianti e a sottotesti sociali problematici. Bravo.
L’ex attore Siu-hou Chin, caduto nella disperazione dopo una tragedia familiare, si trasferisce in un appartamento di un palazzone squallidissimo e poverissimo abitato da sbandati, perdenti, pazzi, gli ultimi gradini della società. Notiamo subito che il suo personaggio si chiama come l’attore che lo interpreta, ed è il primo segno di una serie di rimandi meta- (eddai, basta occhi al cielo!) fra chi inventa, chi narra, chi interpreta la storia. Chi vuole può approfondire, chi teme il prefisso meta- come teme i vampiri saltellanti può soprassedere. Basti sapere che Siu-hou Chin in Mr. Vampire interpretava l’allievo scemo del monaco taoista Kau, ovvero Anthony Chan, mentre in questo film Anthony Chan interpreta l’esorcista in pensione Yau e Siu-hou Chin finisce per essere il suo allievo, però meno scemo di prima.
Insomma Siu-hou disfa le valigie e prova subito ad impiccarsi ma è salvato in extremis da Yau, ex-esorcista riciclatosi come cuoco nel chiosco al piano terra che funge da mensa sociale per tutti gli inquilini del palazzone: per fare subito i conti col proprio passato cinematografico Yau spiega amaramente “I nostri servigi non sono più richiesti, i vampiri sono tutti morti”. Ovviamente si sbaglia: l’adorabile signora Mui, rimasta improvvisamente vedova, chiede al monaco taoista Kau (stavolta interpretato da un attore diverso) di resuscitarle il marito – et voila! Il vampiro saltellante torna fra noi! Ci sono anche le immancabili fanciulle dai lunghissimi capelli neri, la spalla comica, traumi devastanti messi in scena senza un briciolo di ironia per mantenerne la potenza di contrasto, più un sacrificio umano socialmente scorrettissimo. Invenzioni visive straordinarie, colpi di scena, botte, duelli, trielli. E poi ovviamente sangue a secchiate, come piace a noi.
Lungi dall’essere l’ennesima pirlata orientale retta solo dall’estetica e dagli effettacci, Rigor Mortis ha il coraggio di alternare spaventerelli sciocchini a tradizioni folcloristiche serie e momenti davvero emozionanti come tutta la vicenda della signora Mui, un’interpretazione intensissima della veterana Nina Paw. Gli omaggi all’originale Mr. Vampire ovviamente non si contano, Juno Mak ha davvero resuscitato quel franchise con un’operazione di vampirismo cinematografico, ma la sua scelta di realizzare il suo reboot con effetti speciali ultramoderni anziché attraverso un’estetica vintage significa aprirlo verso il futuro: un atteggiamento molto più rispettoso e carico di gratitudine che la banale nostalgia.
Detto questo: riuscirete a vederlo? Probabilmente sì: a parte saltellare per vari festival fra cui l’IFFR 2014 dove l’ho visto io, Rigor Mortis è stato comprato dalla Fortissimo per l’area germanofona d’Europa e per il Nord America. Ha già vinto un paio di premi e probabilmente non saranno gli ultimi.
DVD-quote:
“Hop! Hop! Hop! AAAARRRGGGHH!”
Cicciolina Wertmüller, i400calci.com